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Piatti Tipici Genovesi: cosa mangiare a Genova tra tradizione e sapori autentici

Genova è una città che si riconosce dal profumo. Basta camminare tra i caruggi per sentire l’odore della focaccia appena sfornata o del pesto appena fatto. I piatti tipici genovesi raccontano una cucina semplice, nata tra mare e montagna, fatta di ingredienti poveri ma di grande carattere: olio, erbe aromatiche, verdure, legumi, pesce. Ogni ricetta ha una storia, spesso legata alle abitudini dei marinai, ai prodotti delle colline liguri o alla vita quotidiana nei vicoli del centro storico.


Mangiare a Genova significa entrare in contatto con la sua identità più vera. Dalla focaccia genovese alle trofie al pesto, dalla cima ripiena al pandolce, ogni piatto è un pezzo di storia che ancora oggi si tramanda nelle trattorie, nelle panetterie e nelle cucine di casa. In questo articolo scoprirai cosa mangiare a Genova, come nascono i suoi piatti più rappresentativi e dove assaggiarli per capire davvero cosa rende unica la cucina genovese.


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Antipasti e street food genovesi: la semplicità che conquista


La cucina di Genova non è fatta solo di primi piatti e lunghe preparazioni. Inizia spesso con qualcosa di semplice da mangiare con le mani, perfetto per uno spuntino o un aperitivo davanti al mare. Gli antipasti e lo street food genovese raccontano la parte più autentica della città: quella delle focaccerie, dei forni di quartiere e dei chioschi che profumano di olio buono e farina. Sono piatti nati per sfamare velocemente chi lavorava al porto o nei campi, ma che oggi rappresentano una delle esperienze gastronomiche più vere per chi visita Genova.


Focaccia genovese: il simbolo di Genova


Non c’è genovese che non inizi la giornata con un pezzo di focaccia intinta nel caffè o che non la porti come spuntino durante una passeggiata. La focaccia genovese è semplice: farina, acqua, olio extravergine d’oliva e sale grosso. Ma è proprio questa semplicità a renderla inconfondibile.


Sottile ma morbida, unta al punto giusto, si trova in ogni panificio della città. Le varianti più comuni sono con le cipolle o con le olive, ma anche al formaggio o alle erbe. Si mangia calda appena sfornata, a colazione, a merenda o come pranzo veloce.


Differenza tra focaccia genovese e focaccia di Recco: la prima è un lievitato morbido e salato, la seconda è una sottile sfoglia ripiena di formaggio fresco, cotta al forno. Sono due ricette diverse, entrambe simboli della cucina ligure.


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Focaccia di Recco col formaggio IGP


La focaccia di Recco col formaggio IGP nasce nel piccolo borgo di Recco, tra Camogli e Sori, lungo la Riviera di Levante. È composta da due sottili sfoglie di pasta senza lievito, farcite con formaggio fresco e cotte ad alta temperatura fino a ottenere un risultato dorato e croccante.


Il disciplinare IGP stabilisce che il formaggio debba essere fresco e molle, con un gusto delicato, e che la preparazione avvenga solo in alcuni comuni del Golfo Paradiso. La ricetta ha origini antiche, tramandata da generazioni e oggi protetta da un consorzio che ne tutela la produzione.


Oltre a essere uno dei piatti tipici della Liguria, è una delle specialità più amate dai visitatori, da gustare rigorosamente appena sfornata.


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Farinata e panissa


Tra i piatti tipici genovesi più antichi ci sono quelli preparati con la farina di ceci, un ingrediente povero ma versatile. La farinata è una sottile torta salata cotta nel forno a legna, croccante in superficie e morbida all’interno. Si serve calda, tagliata a spicchi, e si trova in ogni “sciamadda”, le antiche friggitorie genovesi.


La panissa, invece, è una variante più compatta della farinata: l’impasto di ceci viene fatto raffreddare, tagliato a strisce o cubetti e poi fritto. Si mangia da sola o in mezzo a un panino, come classico street food ligure.


Accanto a queste preparazioni ci sono i frisceu, piccole frittelle di verdure o baccalà, e le verdure ripiene, piatti semplici che raccontano la cucina di recupero, dove nulla andava sprecato. Tutte queste ricette condividono lo stesso spirito: pochi ingredienti, tanto gusto e un legame profondo con la tradizione popolare genovese.


I primi piatti genovesi: trofie, pansoti e sughi ricchi di storia


La cucina genovese è famosa per i suoi primi piatti, semplici ma ricchi di sapore. Pasta fatta a mano, salse a base di erbe e frutta secca, condimenti che nascono dall’unione di pochi ingredienti locali: così Genova racconta la sua identità anche a tavola. Ogni valle, ogni paese ha la sua versione di un impasto o di un sugo, ma l’idea di fondo è sempre la stessa — usare quello che offre la terra, con equilibrio e gusto.


Trofie e trenette al pesto: il piatto più famoso di Genova


Quando si parla di piatti tipici genovesi, il primo pensiero va subito al pesto. È la salsa simbolo della città, preparata con Basilico Genovese DOP, olio extravergine d’oliva, pinoli, aglio, parmigiano, pecorino e un pizzico di sale. La ricetta originale prevede l’uso del mortaio, ma oggi è comune anche il frullatore, purché si mantenga la freschezza del basilico e la consistenza cremosa della salsa.


Le trofie e le trenette sono i formati di pasta più tipici da accompagnare al pesto. Le trofie, corte e attorcigliate, trattengono bene il condimento; le trenette, simili a linguine, sono più diffuse nella zona costiera. In entrambi i casi si aggiungono spesso patate e fagiolini lessati, come vuole la tradizione.


Il piatto più famoso di Genova è proprio questo: semplice, verde e profumato. Un insieme di sapori che raccontano il legame tra la città e le sue colline.


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Pansoti con salsa di noci


Meno noti ai turisti, ma amatissimi dai genovesi, i pansoti sono una pasta ripiena tipica del Levante ligure, diffusa soprattutto tra Recco, Camogli e Sori, ma non solo. Hanno una sfoglia sottile e un ripieno di erbe locali, chiamate preboggion, mescolate a formaggio grattugiato e uova. La forma può essere triangolare o a mezzaluna, a seconda della zona.


Il condimento tradizionale è la salsa di noci, preparata con gherigli di noci, aglio, mollica di pane ammorbidita nel latte, olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale. Tutti gli ingredienti vengono lavorati fino a ottenere una crema morbida e profumata, da diluire con un po’ d’acqua di cottura della pasta prima di servire.


È uno dei piatti più rappresentativi della cucina genovese, spesso servito la domenica o nelle trattorie del centro storico. Un esempio perfetto di come la tradizione ligure riesca a trasformare ingredienti semplici in sapori unici e immediatamente riconoscibili.


Ravioli al tocco


I ravioli al tocco rappresentano la versione più casalinga e sostanziosa della pasta genovese. Il “tuccu” (dal genovese tòccu) è un sugo di carne cotto lentamente per ore, a fuoco basso, con vino, verdure e pomodoro. Il pezzo di carne non si sminuzza del tutto, ma rilascia sapore nel sugo: è quello che dona ai ravioli un profumo intenso e riconoscibile.


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Minestrone alla genovese


Un altro primo tipico è il minestrone alla genovese, un piatto vegetariano preparato con verdure di stagione, legumi e pasta corta. La particolarità è che, a fine cottura, si aggiunge un cucchiaio di pesto, che lega tutti i sapori e trasforma un piatto semplice in qualcosa di speciale.


Secondi piatti tipici genovesi: tra mare e entroterra


La tradizione gastronomica genovese cambia volto quando si passa dai primi ai secondi piatti. Qui si incontra la doppia anima della città: quella marinara, fatta di pesce conservato e piatti di recupero, e quella contadina, legata alle carni bianche, alle verdure e all’uso delle erbe aromatiche. I secondi piatti tipici genovesi raccontano la capacità di unire praticità e gusto, sfruttando al meglio ogni ingrediente disponibile, spesso con lunghe cotture e lavorazioni pazienti.


Cima alla genovese: un capolavoro di pazienza e manualità


La cima alla genovese è uno dei piatti simbolo della cucina ligure. Si tratta di una tasca di vitello cucita a mano e farcita con un ripieno di carne, uova, formaggio, piselli e, a volte, cervella o altre frattaglie, secondo la ricetta più antica. Dopo essere stata riempita e cucita, la cima viene lessata lentamente in brodo aromatizzato, raffreddata e poi tagliata a fette sottili.


È un piatto delle feste, servito freddo, che richiede tempo e attenzione: la cottura deve mantenere la carne compatta senza far uscire il ripieno. Un tempo si preparava per la Pasqua o per le ricorrenze familiari, oggi si trova spesso nelle trattorie storiche del centro di Genova.


La sua particolarità è proprio nella manualità: la cima è una ricetta che unisce la precisione della cucina borghese al gusto genuino di quella popolare.


Stoccafisso accomodato e cappon magro


Lo stoccafisso accomodato è un piatto di mare semplice ma ricco di sapore. Il merluzzo essiccato viene ammollato a lungo, poi cotto con pomodoro, olive, pinoli, patate e vino bianco. Ogni famiglia ha la sua variante, ma l’idea resta la stessa: un piatto “accomodato”, cioè reso più gustoso e morbido grazie a una cottura lenta che amalgama tutti gli ingredienti.


Diverso è il cappon magro, un piatto elaborato, nato come ricetta di magro per i giorni di quaresima, quando non si poteva mangiare carne. Con il tempo è diventato una preparazione sontuosa: strati di verdure lessate, pesce, crostacei e salse, disposti a piramide e decorati con cura.


Coniglio alla ligure e tomaxelle


Il coniglio alla ligure è un classico delle zone collinari, preparato con olive taggiasche, pinoli, erbe aromatiche e vino rosso. È un piatto asciutto ma profumato, dove la dolcezza della carne si lega al sapore intenso delle olive e del rosmarino.


Le tomaxelle, invece, sono piccoli involtini di carne di vitello ripieni di verdure, carne tritata e formaggio. Si cuociono in padella con burro, vino e spezie, fino a ottenere un sugo denso e saporito. Anche queste sono ricette di casa, nate per utilizzare ciò che si aveva a disposizione e trasformarlo in un piatto completo.

Entrambi raccontano la parte più rustica della cucina genovese, fatta di aromi, pazienza e legame con la terra.


Dolci genovesi: il gusto della tradizione


La tradizione dolciaria genovese è meno conosciuta rispetto ai piatti salati, ma custodisce ricette che fanno parte della memoria collettiva della città. I dolci tipici genovesi nascono spesso come piatti delle feste, preparati in casa o nelle antiche pasticcerie del centro storico. Ingredienti semplici — farina, burro, frutta secca, canditi — e procedimenti tramandati da generazioni raccontano una dolcezza mai eccessiva, legata alla vita quotidiana e ai momenti di condivisione.


Pandolce genovese: alto o basso, simbolo delle feste


Il pandolce genovese è il dolce simbolo del Natale a Genova. Le sue origini risalgono alla Repubblica di Genova, quando veniva preparato come dono augurale per le famiglie e i marinai in partenza. È un impasto ricco di uvetta, pinoli e scorze candite d’arancia, aromatizzato con fiori d’arancio e anice.


Ne esistono due versioni:

  • Pandolce alto, la ricetta più antica, lievitata a lungo con lievito madre e dalla consistenza morbida;

  • Pandolce basso, nato in tempi più recenti, con lievito chimico, più friabile e veloce da preparare.


Entrambi si servono tagliati a fette durante le feste natalizie, accompagnati da vino dolce o spumante. Il pandolce non è solo un dolce: è un gesto, un regalo, un simbolo di buon auspicio che unisce ancora oggi famiglie e tradizioni.


Canestrelli e sacripantina


Tra i dolci tipici genovesi più amati ci sono anche i canestrelli, biscotti friabili a forma di fiore, spolverati di zucchero a velo. Si preparano con pochi ingredienti — farina, burro, tuorli sodi e zucchero — e sono perfetti da gustare con un caffè o un bicchiere di vino dolce.


Un altro dolce storico della città è la sacripantina, una torta a strati inventata a fine Ottocento nella Pasticceria Preti di Genova. È composta da pan di Spagna, crema al burro, zabaione e cacao, con una copertura di briciole soffici che la rendono inconfondibile.


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Un viaggio nei sapori autentici di Genova


Scoprire i piatti tipici genovesi significa entrare nel cuore della città. Ogni ricetta racconta un pezzo di storia: il lavoro dei pescatori, la creatività delle massaie, il profumo del basilico coltivato sulle alture. Dalla focaccia ancora calda alle trofie al pesto, dalla cima alla genovese al pandolce delle feste, la cucina genovese è un modo diretto e sincero per conoscere la vera identità di Genova.


Chi visita la città può vivere questa esperienza ogni giorno, passando dalle botteghe ai mercati, dai ristoranti storici alle trattorie di quartiere. Soggiornare all’Hotel Astoria (scopri le nostre offerte!), situato nel centro di Genova, è un ottimo punto di partenza per esplorare la città a piedi e scoprire i suoi sapori più autentici. Da qui è facile raggiungere il folkloristico Mercato Orientale, i caruggi con gli scenografici caffè storici, il Porto Antico e le principali vie dove la tradizione gastronomica continua a essere parte della vita quotidiana.


Assaggiare Genova è un modo per capire la sua anima: semplice, concreta e piena di carattere. Un viaggio che inizia a tavola e continua tra i vicoli, i profumi e le voci della città.

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